Ottobre, infine…
E’ arrivato il momento di togliere le ragnatele qua dentro, il giorno dell’uscita si avvicina!
(Ricordo agli amici francesi, e in quanto francesi, o francofoni, miei potenziali lettori, e in quanto potenziali lettori miei mecenati e signori, che potete tradurre (sempre-male-ma-meglio-di-niente) ogni post selezionando la lingua, qui a destra.)
Non ho ancora ricevuto le mie copie da Delcourt e attendo con un misto di speranza e timore il momento fatidico in cui sfoglierò il libro. Il fatto di aver terminato il mio lavoro di disegno ormai molti mesi fa accresce questo senso di attesa.
Un passo indietro: ‘Le Pape Terrible’ segnerà l’esordio, l’ennesimo di una lunga ed eterogenea carriera, di Alejandro Jodorowsky nella scuderia Delcourt con una nuova serie storica, seguito ideale di ‘Borgia’ (disegni di Milo Manara) edito da Albin Michel. Ma non mi dilungherò nel presentare la serie, cosa che è già stata fatta su queste pagine.
In qualche modo, vuoi per qualche merito raccolto col mio Trône d’Argile, vuoi per una serie fortunata di eventi o per un imperscrutabile disegno del destino, mi sono ritrovato ai pennelli di questo nuovo e importante progetto. Anzi, per la verità non ai pennelli ma alle matite.
Dal punto di vista tecnico, infatti, ho deciso di staccarmi dall’inchiostrazione classica adottata per il Trône, affidandomi per qualche mese alla grafite di un’HB, supportata dalla sua variante più dura (H) e più morbida (2B) in base alle necessità.
Per prima cosa, sentivo il bisogno di introdurre qualcosa di nuovo nella mia placida routine di disegnatore.
Secondariamente, volevo che le mie due serie non si assomigliassero troppo e sapevo che il cambio di tecnica sarebbe stato il modo più naturale per ottenere questo risultato. Alla fine, indipendentemente dalla qualità del disegno che non sta a me giudicare, sono rimasto stupito io stesso per come le tavole del Pape Terrible abbiano assunto in breve tempo una loro precisa identità. Spesso la mano si adatta allo strumento, non il contrario.
Anche la sceneggiatura ha giocato un ruolo importante in questa evoluzione. Tanto il Trône vive spesso di fitti dialoghi, introspezione psicologica, giochi di sguardi, tanto il Pape ricerca nelle intenzioni di Jodorowsky un respiro più ampio, di gusto teatrale, ancorato stilisticamente alle tre strisce orizzontali sovrapposte. La sceneggiatura (in spagnolo!) non è suddivisa in pagine, ma è una sequenza ininterrotta di più di 250 ’scene’; suddividerle in modo giusto nelle 52 pagine del libro sarebbe stato molto più difficile se il ‘dogma’ delle tre strisce non mi avesse dato una preziosa base di partenza. Come prima conseguenza, gioia et gaudio di ogni disegnatore, ho potuto scatenarmi in molte grandi vignette di taglio cinematografico.
Sono in corso trattative con Delcourt per la pubblicazione di un’edizione limitata con i disegni in bianco e nero (o scala di grigio, per i più tecnici). Spero che qualche volenterosa libreria specializzata si occupi della cosa: ci tengo molto perchè, al di là dell’ottimo lavoro ai colori di Sébastien Gerard, sono molto affezionato a queste pagine, nude e crude come mamma le ha fatte…
A presto,
Theo